Il pasticciotto salentino ha avuto origine per caso, come un'idea per evitare lo spreco. Fu la fantasia del pasticciere di Galatina, Nicola Ascolone, situato alle porte di Lecce che, nel giorno di San Paolo del 1745, per rendere più piacevole la giornata dei devoti giunti in paese per onorare il patrono delle tarantate, decise di unire gli ingredienti avanzati dopo una giornata di lavoro per creare questa piccola delizia con stampi ovali. Almeno, questa è la leggenda più diffusa: c'è chi sostiene che Ascalone abbia preparato quel dolce con riluttanza e per caso, in un giorno qualsiasi, e che lo abbia donato al parroco, il quale ne rimase così entusiasta da promuoverlo e garantirgli il successo. Venne definito un "pasticcio" per questo esso prende il nome di "pasticciotto". Nella pasticceria che ancora porta il suo nome, gestita dai suoi discendenti, si continua a preparare come una volta, mantenendo viva una lunga tradizione dolciaria di cui Galatina, giustamente, rivendica la paternità. Ma poi, come spesso accade anche il pasticciotto ha superato i confini del paese e si è diffuso per tutto il Salento, diventando uno dei simboli culinari di questa terra. Il pasticciotto è un prodotto riconosciuto, incluso tra i 17 PAT, Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani, del Salento. La ricetta autentica è protetta e, per cominciare, prevede l'uso dello strutto per la pasta frolla e il ripieno esclusivamente di crema pasticcera (successivamente verranno fatte diverse varianti con una grande varietà di gusti e sapori). Questo lo rende unico rispetto ad altri dolci.